il festival
La quarta edizione del Festival si terrà dal 8-9-10 al 24 maggio 2026, diffusa sul territorio di Laveno Mombello (VA) e dintorni.
Il Festival promuove il dialogo - tra i relatori e con il pubblico - come mezzo per riflettere sul tema della meraviglia, che è alla base di un pensiero critico su come vogliamo vivere in questo mondo: sia tra di noi, sia insieme a tutti gli altri abitanti del pianeta.
Un Festival per capire che “il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di Meraviglia” (GKC)
Il tema della quarta edizione, il working title, è “Storia, storie e storielle”
C’è la Storia ufficiale – quella che impariamo a scuola dai manuali scelti dai nostri insegnanti e che per lo più tendiamo ancora a considerare ‘vera’ e ‘oggettiva’. C’è un tipo di narrativa che riesce a raggiungere gli scaffali delle librerie: quella la chiamiamo ‘letteratura’. Ci sono poi tante storie e storielle a cui non viene esplicitamente riconosciuto un valore educativo, fondativo, o estetico: sono le storielle raccontate nelle diverse piazze informali della società civile, che, tuttavia, fanno parte della nostra cultura.
Storia, storie e storielle, si sono sempre alimentate a vicenda, ma il loro intreccio è cambiato profondamente negli ultimi anni. La Storia può essere anche vista come una delle tante narrazioni possibili di un certo momento nel tempo, in molti casi proposta o imposta dal ‘vincitore’. La letteratura ha assunto una dimensione globale senza precedenti, a cui tendono le proposte locali. Le storielle informali – da sempre la voce di chi non ha potere – oggi inondano i social media: talvolta si rivelano fonte di pensiero critico e indipendente; in altri casi, sono opinioni non informate, manipolate da chi vuole imporre la propria versione della Storia.
Uno degli scopi del Festival di quest’anno è aprire una piazza e interrogarsi – relatori e pubblico – sul senso e sul valore della narrazione, che sia scritta, orale o visiva, nella consapevolezza che il mondo cambia ma i racconti restano, perché sono da sempre alla base del nostro vivere sociale.
Se vuoi fare una proposta di qualsiasi tipo, scrivici qui.
Il Festival promuove il dialogo - tra i relatori e con il pubblico - come mezzo per riflettere sul tema della meraviglia, che è alla base di un pensiero critico su come vogliamo vivere in questo mondo: sia tra di noi, sia insieme a tutti gli altri abitanti del pianeta.
Un Festival per capire che “il mondo non perirà per mancanza di meraviglie, ma per mancanza di Meraviglia” (GKC)
Il tema della quarta edizione, il working title, è “Storia, storie e storielle”
C’è la Storia ufficiale – quella che impariamo a scuola dai manuali scelti dai nostri insegnanti e che per lo più tendiamo ancora a considerare ‘vera’ e ‘oggettiva’. C’è un tipo di narrativa che riesce a raggiungere gli scaffali delle librerie: quella la chiamiamo ‘letteratura’. Ci sono poi tante storie e storielle a cui non viene esplicitamente riconosciuto un valore educativo, fondativo, o estetico: sono le storielle raccontate nelle diverse piazze informali della società civile, che, tuttavia, fanno parte della nostra cultura.
Storia, storie e storielle, si sono sempre alimentate a vicenda, ma il loro intreccio è cambiato profondamente negli ultimi anni. La Storia può essere anche vista come una delle tante narrazioni possibili di un certo momento nel tempo, in molti casi proposta o imposta dal ‘vincitore’. La letteratura ha assunto una dimensione globale senza precedenti, a cui tendono le proposte locali. Le storielle informali – da sempre la voce di chi non ha potere – oggi inondano i social media: talvolta si rivelano fonte di pensiero critico e indipendente; in altri casi, sono opinioni non informate, manipolate da chi vuole imporre la propria versione della Storia.
Uno degli scopi del Festival di quest’anno è aprire una piazza e interrogarsi – relatori e pubblico – sul senso e sul valore della narrazione, che sia scritta, orale o visiva, nella consapevolezza che il mondo cambia ma i racconti restano, perché sono da sempre alla base del nostro vivere sociale.
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